Due amici di Bologna e futuri cohousers, ci hanno chiesto di collaborare con loro e dare spazio e visibilità al loro progetto di cohousing. Siamo ben lieti di collaborare e dare spazio ad iniziative così interessanti, che offrono oltre ad una soluzione abitativa condivisa, anche un luogo dove si può scegliere di creare un’attivita professionale.

Pubblichiamo di seguito la descrizione del progetto di cohousing scritta da Pigam e Cinzia.

Cari amici e care amiche cohousers,
siamo lieti di comunicarvi lo stato di avanzamento del nuovo progetto di cohousing Borgo Samoggia!

Innanzitutto chi siamo:
Lavanya Cinzia Rossi e Paigam S. Donini (con relativa prole) e Lorenzo Saredo.

Adesioni:
Il gruppo fondatore sopra descritto è aperto alla partecipazione di altri 3 (tre) nuclei al massimo (per ora… leggi il seguito!)
Le persone/i nuclei che vogliono aderire in questo momento partecipano finanziariamente in proporzione alle loro possibilità acquistando una parte del borgo (che potrebbe anche essere solamente il loro appartamento).
Aderendo al cohousing e acquistando una parte del borgo si diventa proprietari anche delle parti e delle superfici comuni (edifici per attività collettive e terreno agricolo) che rimangono proprietà indivise (un po’ come la saletta delle riunioni in un condominio di città).
Successivamente quando il progetto sarà avviato nella pratica è possibile che il cohousing possa aprirsi anche a qualche nucleo che voglia entrare come affittuario. Cioè sarà possibile affittare qualche appartamento.

Dov’è?
qui il collegamento a Google Maps!
Il borgo si trova a 480 metri di altezza a Samoggia, a 4 km da Savigno, a 37 Km dal centro di Bologna (situato a Sud-Ovest rispetto alla città).

Descrizione:
Il borgo è composto, secondo l’agenzia immobiliare, da circa 2000 metri quadrati di edifici già esistenti e più di 20 ettari di terreno (il calcolo preciso delle estensioni sarà disponibile più avanti)
La parte più antica del borgo sembra che risalga al 1200, complessivamente è in buono stato di conservazione e gli appartamenti sono abitabili, ma senza impianto di riscaldamento.
La parte edificata è così composta:

  • n.3 case già suddivise in 8/9 grandi appartamenti (3/4 camere, sala e cucina)
  • n.2 costruzioni comprendenti ognuno 1 stalla e 1 fienile (una costruzione ristrutturata ed una in buono stato di conservazione)
  • n.3 antichi fabbricati da ristrutturare: forno doppio, casetta indipendente (detta ufficio del podestà), fabbricato indipendente (ora parzialmente usato come magazzino)
  • n.1 chiesa antica, che ultimamente ha avuto un cedimento e che è da risistemare

Le costruzioni sono disposte in maniera lineare sulla crinale della collina a 4 esposte con le facciate maggiori a Sud.
I terreni (per la maggior parte seminativo) hanno una inclinazione variabile e sono esposti prevalentemente a Sud.

Il progetto Cohousing Borgo Samoggia:

Questo cohousing ha un progetto particolare, che lo differenzia da altri.
Nasce non solo per soddisfare una esigenza abitativa, ma anche per chi vuole esercitare in questo luogo la sua attività professionale, non solo l’abitare, ma anche il lavoro… una dimensione di vita completa.
Ovviamente questa non è una scelta obbligata, ma è necessario che diverse persone mettano la loro energia in questo luogo che dispone di così tanto spazio e risorse, case e terreno.
Ad esempio Paigam ha scelto di diventare coltivatore diretto e di operare perchè le terre e le strutture possano costituire una fonte di sussistenza, ma altri conserveranno le loro occupazioni. Infatti sono bene accette tutte le modalità di collaborazione (a titolo professionale, a titolo “amatoriale”, sia a tempo pieno che part-time).

I progetti che proponiamo sono i seguenti:

  • coltivazione biologica di ortaggi
  • entrare nel circuito di vendita diretta dei prodotti biologici
  • trasformazione dei prodotti orto-frutticoli (produzione di confetture e salse)
  • sondare le possibilità di coltivare nuovi prodotti
  • trasformazione di alcuni locali (ad esempio un fienile e una stalla) in cucina/laboratorio e ristorante
  • ristrutturazione della chiesa per creare uno spazio opportuno per conferenze, seminari, corsi
  • entrare nel circuito di quelle associazioni che propongono corsi e incontri (es.: yoga, arti marziali, esercizi energetici, meditazione, cicloturisti) offrendo lo spazio per i momenti comunitari e il pranzo
  • proporre direttamente corsi legati o meno alla produzione/trasformazione di prodotti agricoli, aperti alla cittadinanza tutta e/o rivolti a particolari segmenti.
  • proporre momenti di incontro e di socializzazione aperti alla cittadinanza tutta e/o rivolti a particolari segmenti (ad esempio feste a tema con le scuole, momenti musicali e di ballo per giovani o per anziani, ecc)
  • sondare le possibilità di ristrutturare le altre costruzioni per ricavare stanze da letto per completare l’offerta agrituristica

Conclusioni:

La scelta di vivere in questo cohousing implica il desiderio e la disponibilità di allontanarsi dalla città, “decentrarsi” dalla città fisicamente, ma anche come punto di riferimento per il soddisfacimento di ogni nostro bisogno vitale. Questo non farà di noi degli eremiti! In fondo un paese dotato di ogni struttura essenziale è a soli 4 km e Bologna è ancora disponibile a meno di 40 km! Ma così come “eleggiamo” il nostro vicinato (si parla di cohousing come di “vicinato elettivo”), eleggiamo anche come luogo di vita un ambiente più pulito, meno inquinato e meno caotico, dove speriamo di poter avere dei bei contatti con la gente e con le istituzioni. Tra l’altro sembra che Savigno sia un comune particolarmente attivo e all’avanguardia in molti settori, ad esempio vi sono iniziative organizzate per la promozione delle colture biologiche…
La grande disponibilità di spazi di questo borgo potrà trasformarsi anche in una possibilità (e una sfida!) di sperimentare un grande cohousing (quasi come i nord-europei!), un luogo brulicante di vita e di proposte vitali, che unisce i pregi di una qualità diversa di abitare a quelli di una diversa qualità di lavorare… insomma una diversa qualità di vivere!
In sostanza si tratta di far rinascere a nuova vita un intero borgo medievale, adattandolo alle mutate condizioni ed esigenze delle persone che torneranno ad abitarlo di qui a qualche mese.
Ah, sì… non ve l’avevamo detto! Questo non è un progetto a lunga scadenza: grazie alle condizioni degli appartamenti, con una ristrutturazione contenuta in meno di sei mesi dal momento dell’acquisto contiamo di renderli pienamente abitabili, ma chi ha una certa adattabilità potrebbe entrarci in 15 giorni!

Ultima notizia (ultima di ordine, non di importanza!): Il prezzo ha subito recentemente un considerevole calo e ora l’investimento relativo all’acquisto iniziale è diventato decisamente sostenibile.

Per informazioni e visite sul posto:
scrivi a deva@paigam.it
telefona al 392 55 04 074